Lorenzo Bruscaglioni

Dopo una formazione di tipo umanistico inizia il percorso lavorativo come assistente fotografo nei primi anni ’90. L’utilizzo della luce daylight e di quella artificiale negli studios diventano da subito i suoi strumenti del mestiere. In seguito a una breve esperienza di fotoreporter, lavora come elettricista su set pubblicitari e di videoclip musicali. Dal 1997 collabora come freelance per allestimenti di sfilate di moda, design, eventi di tutti i tipi. Risalgono alla fine degli anni ‘90 le prime esperienze su produzioni cinematografiche in Italia e all’estero. Nel 2003 inizia l’era dei reality, e come capo elettricista segue diverse produzioni televisive in studio e in esterna. Si interessa della luce in tutte le sue applicazioni e scopre un nuovo mondo collaborando presso uno studio che si occupa di illuminazione di chiese. Nel 2007 fonda lo studio Luminae Lighting Design insieme ad un socio architetto, e sviluppa progetti illuminotecnici nei campi più disparati: dal retail ai beni culturali, dai programmi televisivi alle case private.

www.luminae.it

 

Fulvio Michelazzi

Nato a Milano, ma questo è relativo, quando i mixer luci sembravano le consolle degli organi. Diplomato in chimica nucleare. Ho attraversato il gate di questo mondo, dopo aver provato il panico da palcoscenico, quando la tecnologia dello spettacolo era ancora fai da te e tutto era analogico, il top era il D1T2 dell’ADB e la normalità erano mixer autocostruiti; gli apparecchi di illuminazione erano solo i proiettori fresnel, i piano convessi, i sagomatori e i diffusori-ribaltine simmetriche e assimmetriche.

Incominciava l’era della moda mostrata, le modelle, le sfilate, le feste. Ho cominciato come molti della mia generazione, dal basso, imparando facendo copiando e sperimentando. Attraversando i vari ambienti dello spettacolo, la danza, il teatro, la musica dal vivo, il cinema, le esposizione, gli eventi, l’architettura divertendomi come un esploratore che viola territori inesplorati, cavalcando la fantasia che era sottomessa dalla tecnologia. Poi la rivoluzione copernicana, l’avvento del protocollo DMX e tutto diventa digitale, le possibilità diventano infinite, la ricerca di soluzioni creative non conosce confini, l’approccio alla creazione delle luci cambia, nascono nuovi apparecchi di illuminazione, quelli “intelligenti”, il mixer luci diventa una macchina con cui dialogare, diventa un assistente nella progettazione e un fedele esecutore nel riproporre maniacalmente quello per cui è stato programmato. Ma alla base resta sempre l’osservazione della LUCE, quella Vera, quella del SOLE che varia in continuazione, cambia colore, cambia posizione, fa vivere il mondo. E io non posso far altro che osservare e provare con umiltà a riportare le sensazioni che provo all’interno di una scatola, possibilmente, scura, asettica, cercando di far comunicare l’osservatore e l’osservato, sia oggetto che persona. All’interno di questo modo di operare trova posto anche l’attività didattica con corsi dedicati al mondo della luce, alla sua gestione tecnica e creativa, alla scrittura di testi e articoli e per ultimo giocare con tutto quello che è luce, non solo come entità fisica, ma anche come elemento culturale e ludico.